Restauro
TELE


I dipinti su tela furono introdotti nel corso del XIV-XV secolo dai Veneti per l’esigenza di avere un supporto che non dovesse necessariamente trovarsi a contatto diretto con i muri, particolarmente umidi nella loro regione. Inoltre, la comodità di poter arrotolare e trasportare facilmente i dipinti di tela ha permesso la diffusione della tecnica, oltre che lo scambio e il commercio dei dipinti.


Il degrado dei dipinti può essere imputabile a cause ambientali, al grado di umidità che tende a far dilatare o contrarre le fibre, riflettendosi sugli strati di preparazione e cromia. I danni più frequenti sono la fragilità delle fibre (canapa, lino, cotone, juta) sensibili agli attacchi di funghi e batteri, le erosioni di agenti xilofagi, deformazioni, lacerazioni, depositi di sporco, perdita di preparazione e della cromia, crettature, incuria e restauri inadeguati.


I pigmenti utilizzati nelle diverse epoche erano di origine minerale, vegetale e animale legati a uovo, mestiche con vari ingredienti, gomma arabica, ad oli di lino, noce, cotti per accelerare l’essicazione, etc. Il degrado della pellicola pittorica è da imputare al tipo di legante e ai pigmenti utilizzati per la realizzazione delle opere. Lo strato finale protettivo di vernice (dammar, coppale, sandracca, mastice, ambra, colofonia) tende ad alterarsi e virare di tonalità col tempo, conferendo una colorazione scura-ambrata ai dipinti.


Il compito del restauratore prima di iniziare un restauro è quello di eseguire un attento esame dei materiali costitutivi dell’opera (esame visivo, indagini diagnostiche e biochimiche), che sarà poi utile per la scelta delle modalità di restauro.

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